Ambientato nel Giappone del dopoguerra, il film descrive la vita densa di tumulti di una donna che, violentata due volte da un uomo, ogni volta rinasce e tenta di compiere il suicidio d'amore ma sopravvive sempre. Si può pensare ad una allegoria in cui la donna rappresenta il popolo giapponese e l'uomo che la violenta si può associare, invece, alla figura di un rivoluzionario che con il suo atto dà nuova vita alla popolazione. L'accostamento di Ôshima, che si può riassumere in sesso=politica, viene descritto in modo molto crudo, grazie anche al forte contrasto creato dallo schermo in bianco e nero.